Slalom tra le tracce del senso.
Cultura, territorio, valori
LA DOMANDA DI SENSO
Dalla scenario della contemporaneità sembra proprio emergere che si sia raggiunto un punto in cui non si crede più al valore della vita umana e nella possibilità etica di poterne migliorare le condizioni. Lo scandalo delle guerre in atto ha riaperto domande sulla natura umana cosi come la diffusione di una violenza che va oltre, supera il linguaggio e passa sempre più frequentemente all’azione. Violenza dell’uno sull’altro vissuto come nemico da distruggere. Il linguaggio dell’odio si sintonizza con il disagio popolare diffuso.
Gli effetti del cambio climatico e le catastrofi indotte da eventi naturali, d’altra parte, costringono a porci interrogativi sulla nostra relazione con l’ambiente e sulle nostre responsabilità.
La sensazione diffusa che i grandi eventi che attraversano la contemporaneità siano fuori dal nostro controllo, ha fatto emergere sentimenti di impotenza, con blocco della capacità di scelta e ha fatto crollare l’illusione del possibile, “promesso”, trionfo della libertà individuale. I nuovi rischi globali hanno prodotto nuove paure, spaesamento, ripiegamento silenzioso e difensivo su di sé, incremento della “pulsione sicuritaria” e rinuncia a spazi di libertà e di realizzazione di sé.
Ognuno si pone oggi in difesa del proprio Io, con conseguente caduta di relazione a tutto campo, cedendo il passo alla depressione individuale e collettiva che arriva a “fidanzarsi” col cinismo, con l’indifferenza, con l’incapacità di provare sentimenti di solidarietà, di fratellanza, di reciprocità e persino incapacità di provare i sentimenti dell’orrore e della compassione.
Ciò che ci unisce è il vissuto della perdita della capacità di azione e di movimento, non sapendo per dove e per cosa, che coinvolge per buona parte anche il corpo. Sordi ad ogni provocazione della vita, della società, della politica, ciò che condividiamo è l’esperienza di galleggiamento in un tempo presente incolore e ripetitivo, è l’esperienza di una caduta di senso globale, di uno smarrimento generalizzato.
Diventa allora urgente porsi alcune domande. Come trasformare il bisogno di senso in desiderio di senso? Come rianimare la ricerca di senso a livello individuale e collettivo? Come attrezzarsi di una bussola di orientamento capace di illuminare il nostro cammino futuro?
Certo è che non possiamo delegare la risposta a queste domande alle tecnologie dell’informazione e dell’intelligenza artificiale: innovazioni straordinarie che rischiano di trasferire alle macchine le facoltà del pensiero umano di elaborazione e di creazione di visioni.
Per tentare di elaborare risposte adeguate e progressive si tratterà di non cadere nell’inganno di chi propone soluzioni semplificate a problemi complessi Occorrerà piuttosto impegnarsi per costruire occasioni di confronto di idee, aperto e plurale, disteso nel tempo e con un condiviso atteggiamento di ricerca orientato a capire meglio chi siamo, da dove veniamo e verso dove possiamo incamminarci. Occorre sicuramente un “surplus” di riflessione
LA “CURA DELLA PAROLA”
Il passaggio fondamentale è del tutto culturale e centrato sulla “cura delle parole”, sul loro significato. Si tratta di attivare un processo che richiama il valore della democrazia, che consente alle persone di opinioni diverse di partecipare ad una comunicazione efficace e produttiva, capace di abbracciare e integrare prospettive diverse e di rinnovare il proprio modo di leggere il mondo.
Come è noto, le parole si iscrivono in precisi contesti e il loro significato sta nel modo in cui vengono usate, nel loro uso all’interno di pratiche sociali e culturali di un determinato contesto storico sociale.
Il significato delle parole non può essere pensato come univoco e immutabile, stabilito una volte per tutte e d’altra parte non è possibile ritrovare il senso originario delle parole, neppure attingendo alla loro etimologia, in quanto il senso delle parole non esistite fuori dal loro uso.
Nel tempo abbiamo assistito a cambiamenti riguardo alla dimensione dell’umano, all’idea di uomo. Negli ultimi decenni, in particolare, si è verificata una mutazione antropologica in relazione a rapidi cambiamenti economici, sociali, tecnologici, culturali che si sono verificati e che ancora si stanno verificando. Gli stessi termini “uomo”, “umano”, “bene comune”, “libertà”… hanno bisogno di essere definiti. E’ infatti sempre più presente il disorientamento dell’uomo contemporaneo che si rende conto che le parole, le chiavi di lettura del mondo a disposizione, non riescono più a capire i cambiamenti che si stanno verificando e la direzione, l’orizzonte dove si sta andando. Non ultimi sono sempre più evidenti i vissuti di crisi legati alla caduta di senso della vita.
Le parole, d’altra parte, orientano e portano con sé valori, comportamenti, stili di vita. Diventa sempre più necessario potenziare la conversazione umana e la riflessione su alcune parole chiave che possano riorientare e ricostruire un senso in comune, un con-senso.
L’imminenza di un evento importante - come le Olimpiadi invernali - che muove attività e persone, offre l’occasione per una rinnovata edizione delle iniziative culturali che da più anni, ogni anno, Assocultura organizza per il territorio e per il mondo della scuola. Nelle future edizioni, che accompagneranno i Giochi Olimpici, si vuole contribuire a fare delle “Olimpiadi della Cultura” una opportunità, a partire proprio dalla parola SENSO da riempire di significato.
La domanda di fondo, da sviluppare e mettere a tema, sarà appunto “CHE SENSO HA ?” applicata a parole che possano contribuire a riorientare le comunità e le persone, a dare respiro alle nuove generazioni attraverso possibili condivisioni, nonché a fornire occasioni per la costruzione del “bene comune”.
Ci piace salvare per le “Olimpiadi della cultura” il valore simbolico trasmesso dalla rappresentazione delle Olimpiadi dello sport con cinque cerchi, uno per ogni continente, Africa, America, Asia, Europa, Oceania, distinti ma interagenti ad indicare unione e cooperazione reciproca .
Ricercare SENSO significa, infatti, attivarsi per il superamento della frammentazione, rinforzare i legami interni e con l’esterno, costruire unitarietà, uscire da una logica prevalentemente quantitativa per orientarsi alla qualità, al meglio.
Produrre cultura significa produrre senso qui ed ora nel momento in cui si vive, si lavora insieme, si gioca, ci si relaziona, si comunica…
Cultura è il senso del vivere in un luogo e in un tempo storico.
Ogni cerchio delle Olimpiadi della Cultura vuole rappresentare una valenza del termine “Senso”, termine perlopiù polisemico.
Per ogni valenza ci si propone di selezionare, tra le tante parole, tra i tanti valori implicati nelle Olimpiadi, alcune parole-valori fondamentali su cui è opportuno ritornare a riflettere e a risignificare con il confronto e il contributo di esperti.
ILLUMINARE IL NOSTRO CAMMINO
Polisemia del termine “SENSO”
· Indica e rimanda ad aspetti fisici del contesto percepibili dai cinque sensi, al corpo, sta per sensazione, sentimento, sensibilità, aspetti che coinvolgono la dimensione soggettiva e interpersonale, relazionale e sociale. (corpo –sentimenti)
· Indica “direzione”, senso di marcia, termini che attingono al viaggiare, al dirigersi e quindi al futuro e al progetto. (senso di marcia)
· Significa “buon senso”, razionalità consensuale, intersoggettiva, risultato della dialettica con il dissenso che riconosce le differenze come valore. (libertà – legge-regole – bene comune)
· Significa cercare risposte sull’asse del tempo, nella memoria, nel passato, nel presente per formulare ipotesi e aprire prospettive di futuro. (memoria – patrimonio)
·
Sta, non certo come ultimo, per “significato”, cioè segno, simbolo,
valore. Produrre reti di significato significa contribuire a dare risposte ai
problemi che nascono tra Io e Noi, tra noi e gli altri, nel territorio, nel
mondo, dentro e tra. (democrazia –
conflitto-pace)
ELOGIO DELL’INCERTEZZA
Le Olimpiadi della Cultura non vogliono essere l’occasione di trasmissione di un sapere già dato e da incrementare o riprodurre. Vogliono piuttosto essere un’occasione di sospensione critica e creativa del “senso”, del significato che ognuno di noi dà alle parole e che confluisce nel “senso comune”. Parole che si sono congelate, pietrificate perdendo il loro valore d’uso. Parole che non ci aiutano a capire quale è “lo stato dell’arte” del mondo in cui oggi viviamo.
Le Olimpiadi della Cultura vogliono essere l’occasione, da una parte di smontare il senso delle parole già dato, evitando cosi di “rottamarle”, e , dall’altra, di rimontarle in modo diverso anche assemblando parti di significato del passato e parti del presente, ottenendo così dei mosaici di senso nuovi e inediti.
La trasmissione culturale passa dalla produzione di saperi critici capaci di mettere in discussione la nostra identità, “giocandocela” in processi di trasformazione personale e collettiva. Fattore unificante dovrà essere il mantenere sempre vivo il processo di RICERCA DEL SENSO pur nella consapevolezza che non esiste un senso ritrovato che possa portare a un definitivo compimento del processo. Occorre saper convivere con quell’inevitabile margine di“vuoto di senso” che sempre resta a mobilitare il desiderio, sempre eccedente, di senso. Occorre smettere di vivere la quota inevitabile di incertezza, che accompagna ognuno di noi, come fonte di disagio. Dall’incertezza nascono le domande. La vera ignoranza è non avere neppure le domande.
Dall’incertezza può nascere la “certezza” che un altro mondo è possibile.
LA LUCE DELLA MEMORIA
Il sapere non è separato dalla vita della città e del territorio. Il patrimonio culturale non è cosa morta da conservare nel fondo cieco della memoria, è la “brace della memoria” che non smette di emanare calore e luce, con la sua capacità di trasmettere senso a chi vive la città e il territorio.
Il patrimonio culturale ingloba sapere, storia, creatività, bellezza, cultura prodotta da protagonisti locali, emanando luce e insieme richiedendo nuova luce e nuovo ossigeno.
E’ ciò che con costanza, ogni anno – in modo rituale, ma sempre rinnovato – Assocultura fa affacciandosi alla città con un suo programma di attività culturali.
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