GIANNI RUSCONI

GIANNI RUSCONI

nato il 28 marzo del 1943, dopo un breve periodo dedicato alle competizioni ciclistiche, si era presto appassionato all’alpinismo anche per proseguire la via tracciata dal fratello Carlo Rusconi, il maggiore di una numerosa prole di otto fratelli morto nel 1955 in un incidente sulla Grigna Meridionale. Era Gianni Rusconi l’ispiratore ed il capo carismatico della forte cordata che vedeva in Antonio Rusconi, di due anni più giovane, un elemento pronto ad ogni sacrificio e sicuro punto di riferimento su cui poter sempre contare. Una cordata perfetta che si era già espressa ai massimi livelli salendo in inverno la «Direttissima Piussi-Redaelli» alla Torre Trieste (10-19 marzo 1968, prima ripetizione) e la «via delle Guide» al Crozzon di Brenta. Preparati su ogni tipo di terreno e soprattutto temprati alle durissime condizioni imposte dall'alpinismo invernale, Gianni e Antonio Rusconi hanno collezionato un lungo elenco di grandi prime invernali alcune delle quali salite anche in prima assoluta. Oltre a quelle citate ricordiamo la «via Attilio Piacco» sulla parete Nord del Cengalo (prima ascensione 5-15 febbraio 1971), la «via dei cinque di Valmadrera» sulla parete Nord-ovest della Civetta (prima ascensione 16-22 marzo 1972), la «via Vera» sulla parete Sud-est del Badile (dicembre 1972, prima ripetizione), la «via Philipp-Flamm» sulla Nord-ovest della Civetta (7-14 febbraio 1973), la parete Est del Dente del Gigante (prima ripetizione 28-30 dicembre 1973), la «via Gervasutti» al Pic Gugliermina (23-28gennaio 1974), la «via Bonatti» sulla Chandelle (4-5 gennaio 1975) e la «via Bonatti» alla parete Est del Grand Pilier d'Angle (20-25 gennaio 1975, prima ripetizione con variante diretta d'uscita). Molto spesso queste ascensioni furono compiute con altri forti scalatori.


Terminato il periodo delle grandi ascensioni i due fratelli fecero scelte diverse: Gianni Rusconi, guida alpina ed istruttore nazionale del CAI, proseguì ad arrampicare anche ad alto livello dedicandosi per lo più alle ascensioni su roccia e il posto del fratello fu preso con sempre maggiore autorità dal figlio. Oggi non è raro incontrare Gianni Rusconi che si allena sulle pareti del Sasso Remenno in Val Masino, ad Arnad, oppure sui calcari delle soleggiate falesie di Finale Ligure.


Giustamente orientato a lasciare memoria delle proprie imprese, Gianni Rusconi ha scritto due libri, Pareti d'Inverno dove racconta delle sue maggiori imprese invernali e L'Alpinismo, manuale storico e tecnico. Mostrando grande elasticità ed apertura mentale, recentemente lo scalatore di Valmadrera ha abbracciato anche la multimedialità creando una serie di video conferenze e filmati che illustrano le sue maggiori ascensioni ed alcune spedizioni extraeuropee.


Partecipazione a LEGGERMENTE

23 marzo 2013  IV edizione